Le mummie di Ferentillo

La chiesa di Santo Stefano inglobò con le sue fondamenta una chiesa preesistente, che poi fu adibita a Cripta. Nel 1806 con l’emanazione da parte di Napoleone dell'Editto di Saint Cloud, venne ordinato di riesumare i corpi sepolti nelle chiese per metterli in cimiteri al di fuori delle mura. Fu così che durante i lavori di recupero nella cripta di Santo Stefano, vennero alla luce dei corpi perfettamente mummificati.

Le mummie di Ferentillo

Grazie ad approfonditi studi scientifici si è giunti alla conclusione che la mummificazione avviene per merito delle componenti chimiche presenti nel terreno, il quale essicca completamente le cellule umane lasciando intatti i tessuti. Si possono ammirare ancora oggi, i lineamenti del viso, le orecchie, i capelli, i denti e tutto lo strato cutaneo. Unico enigma irrisolto è la provenienza del terreno che è stato portato nella cripta come riempimento e che ancora oggi viene analizzato e studiato da numerosi geologi e ricercatori.

La leggenda vuole che questo terreno sia stato fatto portare a Ferentillo per volere della famiglia Cybo dalla lontana Terra Santa. Non di minor valore sono gli affreschi presenti sulle pareti della cripta, che, a causa dei lavori per l’edificazione della chiesa superiore, risultano compromessi. Tali affreschi databili tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400, sono di pregiata fattura e del tutto simili ad altri affreschi presenti nella chiesa di San Nicola di Monterivoso e nella chiesa di Umbriano. Da alcuni anni è stato allestito all’ interno della cripta un vero e proprio Museo visitabile con tour guidati che illustrano le storie e la vita di quei corpi.

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